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Per l’anguria la stagione è partita non senza difficoltà, condizionata dal maltempo e dai consumi non esaltanti. Tuttavia gli spiragli per una ripresa non mancano. A testimoniarlo è San Lidano, organizzazione di produttori dell’Agro Pontino specializzata nella IV Gamma e in prodotti freschi di I gamma tra cui le angurie.

Luciano Di Pastina, presidente del gruppo laziale (che ha anche una stabilimento nel Bergamasco), analizza la partenza dell’annata delle angurie: “Siamo partiti con le vendite di angurie dalla seconda parte di aprile, quando i nostri associati siciliani hanno iniziato con la raccolta delle mini, alle quali – dopo una settimana o poco più – si è aggiunto il cocomero tradizionale. Verso metà maggio si è completata la gamma, grazie ai primi stacchi delle midi a buccia scura, con microseme. Negli stessi giorni si è poi dato il via alla campagna dell’Agro Pontino, in particolare con la Dumara coltivata sotto serra, mentre ora si sta iniziando anche nel Lazio con il prodotto a campo aperto.

Secondo Di Pastina l’inverno non rigido ha generato un anticipo nelle raccolte di circa una decina di giorni con una persistente siccità negli areali di produzione nel Sud, che ha fatto da contraltare al maltempo e alle straordinarie precipitazioni al Nord. Tali condizioni non hanno creato grandi esuberi nell’offerta di angurie “classiche”. “Pertanto – nonostante una domanda contenuta, in tutto il continente, per via dell’assenza della tipica calura estiva – i prezzi corrisposti ai produttori sono risultati in linea con le aspettative”.

“Mini e midi sottotono”

“Le varietà mini e midi invece – aggiunge Di Pastina – hanno fatto registrare performances commerciali piuttosto sotto tono, con il prezzo medio di vendita condizionato da tale situazione. Non sono state particolarmente soddisfacenti le richieste di baby angurie a buccia striata, che – in questo contesto climatico con temperature fresche e piogge frequenti – si anima quasi solo per le vendite del weekend”.

Secondo l’azienda tali condizioni sono state influenzate probabilmente anche da un paniere di frutta e verdura più diversificato rispetto agli stessi mesi delle scorse annate, “mentre per arrivare ad una sofferenza più accentuata sulle taglie piccole può forse aver influito la minor incidenza delle vendite al Nord Italia, interessato dalle basse temperature, dove in passato – rispetto al Mezzogiorno – mini e midi avevano soffiato molte più quote al cocomero tradizionale”.

Le prospettive di mercato rimangono un’incognita

Secondo Di Pastina le prospettive per le prossime settimane sono un’incognita, soprattutto dal punto di vista commerciale: “fin qui il prezzo di vendita è ovviamente risultato calmierato dalle condizioni climatiche, tuttavia non ha subito tracolli eccessivi, anche a causa delle problematiche produttive subite da alcuni importanti areali. Pertanto, nonostante il prevedibile calo dei listini nell’ultima decade, qualora le temperature divenissero realmente “estive” e di conseguenza le richieste si impennassero (anche a fronte del solito aumento della pressione promozionale, tipico della seconda parte di stagione), non sarebbe così sorprendente se andassimo ad assistere ad una risalita dei prezzi, visto che l’offerta di prodotto appare regolare e non interessata da boom di raccolte. Fino all’inizio di settembre, quando per San Lidano solitamente si chiude la stagione, servirà lungimiranza nella gestione delle raccolte, delle scorte e delle politiche promozionali”.

Con l’anguria “Cuore Rosso” fatturati vicini ai 20 milioni

Matteo Testa, responsabile commerciale del gruppo sottolinea che “nelle ultime campagne l’assortimento di angurie San Lidano, contraddistinto dal brand “Cuore Rosso”, ha messo a referto fatturati superiori ai 15 milioni di euro, avvicinandosi ai 20 milioni nelle stagioni migliori, ovvero quelle caratterizzate da forti richieste e prezzi sostenuti. Questo volume d’affari corrisponde a circa un sesto del totale registrato dal nostro gruppo, dove le insalate in busta la fanno da padrone, mentre sul terzo gradino del podio virtuale, trovano posto gli ortaggi sfusi del Lazio (zucchine in primis)”.

Cresce il trend del cocomero a fette

San Lidano, ricorda Testa, “è uno dei principali player del mercato per quanto concerne il cocomero tagliato a fette, filmato ed etichettato, ma va precisato che questa merceologia corrisponde, a valore, a pochi punti percentuali del nostro volume d’affari complessivo sulle angurie: in ogni caso il trend è di sensibile crescita e l’aggiungere e il creare valore aiuta sempre.

Da qualche tempo abbiamo invece dismesso la commercializzazione del prodotto cubettato, in quanto – pur se gestito e presentato nel migliore dei modi (dal packaging con forchetta e sigillo, alla fornitura di mini frigor display, personalizzati) – i risultati economici non sono stati giudicati adeguati”.

Investimenti su mini e midi

Sul mercato Testa spiega inoltre come “nelle ultime annate abbiamo sensibilmente aumentato i programmi di coltivazione di mini e midi, tuttavia potremmo aver ormai raggiunto il corretto bilanciamento tra varietà, visto anche che il trend rimane sì buono (soprattutto per la buccia scura), ma in questa prima fase di stagione la “cannibalizzazione” delle quote di vendita dell’anguria tradizionale risulta meno veloce rispetto al recente passato: vedremo le ulteriori indicazioni che, al riguardo, scaturiranno dal resto della campagna, per poi concordare con gli associati la valutazione definitiva”.

L’intervista al presidente Luciano Di Pastina e al responsabile commerciale Matto Testa è disponibile su: https://www.corriereortofrutticolo.it/angurie-incognite-sul-mercato-san-lidano-serve-una-strategia-chiara/

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